Aumentano le armi contro lo Zika. Un gruppo di ricercatori dell'Istituto di ricerca in biomedicina (IRB) di Bellinzona ha studiato la risposta immunitaria nell'uomo al virus trasmesso dalla zanzare del genere aedes, individuando così degli anticorpi “buoni” capaci di bloccare l'infezione, e altri “cattivi” che aumentano la risposta se ci si ammala anche di Dengue. Un risultato, spiega lo studio pubblicato sulla rivista Science, che apre la strada a nuovi test di diagnosi e approcci terapeutici.
“Sono tre i risultati principali del nostro lavoro”, precisa Antonio Lanzavecchia, direttore dell'istituto, affiliato all'Università della Svizzera italiana dal 2010. “Il primo è che abbiamo identificato anticorpi “buoni”, capaci di neutralizzare e bloccare il virus anche negli animali”. Questi super anticorpi rappresentano un possibile approccio per la terapia di zika poiché subito efficaci.
Il professor Antonio Lanzavecchia, direttore dell'IRB
“Il secondo risultato è che abbiamo scoperto che esistono anche degli anticorpi “cattivi” che in chi si è già ammalato”, spiega il professor Lanzavecchia, “possono aumentare e portare ad un'infezione letale nel caso contraggano il virus Dengue”. Infine i ricercatori hanno anche trovato degli anticorpi per fare test di screening e individuare chi in passato si è ammalato di una delle due malattie.
ATS/EnCa