Operavano da una vera e propria centrale telefonica: una sorta di call center da cui erano in grado di far partire fino a 400 chiamate al giorno. Le cinque persone finite in manette in Polonia grazie, come comunicato oggi dalla polizia cantonale e dal Ministero pubblico, alla collaborazione delle autorità ticinesi, operavano da veri e propri professionisti delle cosiddette “telefonate shock” attraverso un sistema di cui RSI è in grado di fornire alcuni dettagli.
Il covo e le chiamate in italiano
Partiamo dal loro covo. Era situato in un paesino nei dintorni di Poznan, nell’ovest della Polonia. Gli inquirenti, si legge in un comunicato della polizia polacca, sapevano già da tempo che in quella zona erano attivi truffatori, ma sono potuti intervenire solo dopo aver individuato con esattezza il luogo dal quale operavano.
Il covo
La base logistica, stando a nostre informazioni, era situata in una casetta un po’ isolata, i cui accessi potevano essere facilmente tenuti sotto controllo. Sempre secondo informazioni raccolte da RSI da fonti polacche, da questo call center partivano fino a 400 telefonate al giorno, tutte in italiano. Gli arrestati – due uomini e tre donne tra i 27 e i 67 anni - fanno infatti parte di un clan familiare che ha vissuto a lungo in provincia di Novara. Chiamavano regolarmente persone anziane residenti in Italia, Belgio e, appunto, Svizzera, raccontando storie di presunti incidenti nei quali sarebbero stati coinvolti i parenti delle vittime, millantando conseguenze se le persone contattate telefonicamente non avessero pagato un’ingente somma di denaro.
Uno degli arrestati
Truffe fino a 100’000 euro
Rischiano tutti fino a otto anni di carcere, riferiscono le autorità polacche. Il valore stimato delle truffe, tentate o messe a segno, è di oltre 100’000 euro. Al momento del blitz hanno cercato di barricarsi in casa e di liberarsi dei telefoni usati per compiere i raggiri, ma senza riuscirci. Durante la loro detenzione hanno pure cercato, invano, di coprire le loro tracce, si legge ancora nel comunicato delle autorità di Varsavia. In casa, oltre a vari telefoni cellulari e schede SIM, sono stati trovati anche gioielli e contanti.
L’operazione di polizia, di cui RSI ha ottenuto le immagini (vd. video in apertura) , risale già allo scorso 21 novembre, ma in Polonia la notizia è stata diffusa solo negli ultimi giorni.
Truffe choc agli anziani: 5 arresti in Polonia
SEIDISERA 13.12.2024, 18:00
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Il “boss” delle truffe finito in manette a gennaio
Dallo stesso villaggio nel quale i cinque sono stati arrestati, operava nel recente passato anche un altro truffatore, che era considerato la mente di una serie di raggiri telefonici commessi anche in Ticino. Della vicenda aveva riferito lo scorso febbraio Falò, la trasmissione di inchiesta e approfondimento della RSI, che aveva dato notizia del suo arresto. L’uomo era uno degli attori chiave di una lunghissima serie di telefonate shock commesse in Ticino, tanto che dopo il suo arresto i tentativi di raggiri di questo tipo, in Ticino, sono crollati.
Stando alle prime evidenze investigative, tuttavia, l’uomo finito in manette a inizio anno e il quintetto recentemente arrestato farebbero parte di clan familiari distinti.
Pronto? Chi truffa?
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Trovati anche contanti e gioielli
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Chiamate schock in Ticino, 5 arresti in Polonia
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