Una pizza mangiata in ufficio nel suo quartier generale di Lugano alle 23.30, con sei designer e quattro fornitori italiani, interrotta da un controllo dell'ispettorato del lavoro: tanto è bastato per mandare su tutte le furie lo stilista Philipp Plein, che in un post su Instagram si scaglia contro le autorità ticinesi. "Siamo stati trattati come criminali", lamenta, invitati a mostrare i documenti e poi a lasciare immediatamente l'edificio.
"Inaccettabile", secondo Plein, in un cantone che punta ad accogliere nuove imprese con un occhio di riguardo al settore della moda. E non è nemmeno la prima volta: era già successo lo scorso anno mentre tecnici informatici installavano di notte dei nuovi computer, lamenta Plein, che con un hashtag si rivolge direttamente al sindaco Marco Borradori.
Il Quotidiano alle 19.00 proporrà la reazione del direttore della Divisione economia Stefano Rizzi.
pon