Ticino e Grigioni

OSI, "un atto responsabile"

Le spiegazioni del presidente Pietro Antonini sui motivi che hanno portato alla disdetta cautelativa

  • 21 novembre 2016, 19:15
  • 8 giugno 2023, 01:23
Pietro Antonini

Pietro Antonini

  • RSI

"La disdetta, sia del contratto collettivo sia di quelli individuali, è cautelativa. È un gesto responsabile che il consiglio di fondazione ha deciso perché la situazione finanziaria a partire dal 2018 non permette di continuare, con leggerezza, a gestire l’orchestra con una struttura e un’organizzazione come quella attuale". A parlare è il presidente dell'Orchestra della Svizzera italiana Pietro Antonini che ha deciso di fare il punto alla situazione dopo l'invio delle raccomandate alla cinquantina di dipendenti. Si tratta di musicisti e impiegati amministrativi che stanno vivendo ore di grandissima incertezza. I sindacati si sono già attivati, ma data la fluidità della situazione si cerca in primo luogo qualche elemento di certezza su quanto succederà tra 13 mesi, quando giungerà a scadenza l'attuale convenzione con la SSR. Questa si dice fiduciosa nella possibilità di raggiungere un'intesa appianando le attuali divergenze e, assicura, che il contributo di 1,3 millioni annui non è in discussione, con o senza un accordo.

La mossa della Fondazione ha suscitato sconcerto in seno all'OSI ma non solo. La disdetta è infatti giunta mentre le trattative tra Ticino e SSR sono ancora in corso e di risposte definitive non ce ne sono ancora. Ora la questione è direttamente al centro di contatti tra il consigliere di Stato Manuele Bertoli, titolare del Dipartimento educazione cultura e sport, e il direttore generale della SSR Roger De Weck.

Si naviga a vista

"Riteniamo che mandare le disdette a giugno con sei mesi di preavviso per una ripresa del lavoro con un nuovo assetto contrattuale non sarebbe stato serio e professionalmente proponibile" rileva Pietro Antonini, in risposta alle perplessità riguardanti la tempistica. "Non sappiamo - prosegue - quanti soldi potrà continuare a versare la SSR, dalla quale non abbiamo ancora una risposta definitiva, e con quali mezzi potremo assicurare gli stipendi dei musicisti, gli stipendi degli impiegati e una vita musicale di alto livello. Noi abbiamo pensato di informare i musicisti per tempo, prima di tutto perché: sappiano quale è la situazione, possano analizzare la loro posizione individuale, siano coinvolti in un regime di navigazione a vista molto delicata e molto rischiosa".

Le città facciano la loro parte

Ora cosa succederà? Una domanda cui anche il presidente dell'OSI vorrebbe poter rispondere. "La situazione è molto vaga e i rapporti con la SSR non sono stati chiariti - sottolinea -. La SSR ha sempre fatto moltissimo per l’orchestra e continuerà a farlo anche se non ci è precisamente chiaro in quale misura. Il Cantone da parte sua già ci garantisce un contributo di 4 milioni. Ora mi aspetto che a fare la loro parte siano le città ticinesi: Lugano, Bellinzona, Locarno, Chiasso e Mendrisio".

Diem/CSI/Quot

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