La nuova pianificazione ospedaliera del canton Ticino, presentata questo pomeriggio a Bellinzona, prevede la trasformazione in istituti di cura di cinque strutture che ora offrono cure acute. Si tratta dei nosocomi di Faido e Acquarossa, della clinica Varini di Orselina, dell’ospedale malcantonese e della clinica San Rocco.
Due poli cantonali
Un altro punto centrale e che aveva dato adito a discussioni è quello dell’attribuzione dei mandati per le prestazioni specialistiche complesse, che costituiscono il 17% dei casi e che richiedono le apparecchiature più costose. In questo ambito, i piani del Dipartimento sanità e socialità intendono valorizzare le competenze già acquisite, concentrando a Lugano fra le altre neurologia, neurochirurgia, oftalmologia e chirurgia vascolare, al San Giovanni di Bellinzona l’oncologia, la dermatologia e la chirurgia toracica. Solo così la medicina ticinese potrà assicurare la sua competitività a livello nazionale, nell'ottica della libera scelta del fornitore di prestazioni anche fuori cantone, in vigore da inizio 2012.
A proposito di specialità, l'OBV avrà ortopedia e geriatria acuta come l'accoppiata ospedale di Locarno/Santa Chiara, la Luganese urologia e geriatria acuta, l'Ars Medica l'ortopedia e il Cardiocentro la cardiologia e la cardiochirurgia.
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Collaborazioni con il privato
Allo scopo di evitare doppioni, il Dipartimento segue e approva anche due collaborazioni nell'ambito della ginecologia e dell'ostetricia, fra ospedale regionale di Lugano e clinica Sant'Anna da una parte, fra ospedale di Locarno e clinica Santa Chiara dall'altro, quest'ultima nel quadro di un progetto di ospedale unico nel Locarnese.
Nel complesso, si risparmia
L'insieme di queste operazioni comporterà da un lato maggiori uscite per 12-15 milioni di franchi, da ripartire fra cantone e comuni, ma dall'altro anche risparmi per 18 milioni.
La pianificazione, elaborata sulla base del modello della direzione della salute pubblica del canton Zurigo (già adottate da 14 cantoni), fa presagire infine un forte aumento del fabbisogno nel campo della riabilitazione: i pazienti aumenteranno del 43,9% nel decennio 2010-2020 e le giornate di cura del 28,9, a fronte di una diminuzione delle seconde nel settore somatico-acuto e in quello psichiatrico. L’offerta dovrà essere consolidata, con 30 letti supplementari, per metà a Novaggio e per l’altra metà alla clinica Hildebrand. Il totale verrà portato a 205. Nella psichiatria ne saranno tolti 15.
pon
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Istituti di cura
La nuova tipologia di presa a carico, in ambito post-acuto e sub-acuto, prevede la presenza di personale medico e paramedico 24 ore su 24, la possibilità di ammissione dopo un soggiorno ospedaliero o anche direttamente dal domicilio e nessun limite di età dei pazienti, per una degenza media di 21 giorni. Sono previsti 270 letti, 60 nel Bellinzonese e Valli, 60 nel Locarnese e Vallemaggia, 120 nel Luganese e 30 nel Mendrisiotto.
Case anziani
La pianificazione prevede anche un aggiornamento per quanto riguarda l'accoglienza degli anziani: con la costruzione di nuove case e la trasformazione di quelle esistenti, la seconda fase prevede di ricavare ulteriori 280 posti letto, portando l'offerta a 5'224.
Le reazioni
I reparti di medicina soppressi ad Acquarossa e Faido "comportano un grave pregiudizio per la popolazione delle Tre Valli", chiamata a far capo al San Giovanni, secondo il comitato dell'Associazione per la difesa del servizio pubblico. Nelle zone periferiche andrebbero persi posti di lavoro e sarebbe illusorio il mantenimento di un pronto soccorso. Critiche vengono formulate dall'ASP anche a proposito delle due collaborazioni nell'ambito della ginecologia e dell'ostetricia: si tema una privatizzazione del settore madre-bambino, "un regalo ingiustificato dell'ente pubblico in particolare al gruppo Genolier. Più che alla qualità della prestazione, si presterebbe attenzione agli interessi delle lobby.
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I medesimi due punti sono oggetto anche delle critiche del Movimento per il socialismo, secondo il quale questa pianificazione si iscrive, inoltre, in una prospettiva di austerità, attraverso "l'alleggerimento" del ruolo dell'EOC. L'MPS auspica che, prima che il Parlamento si pronunci sul progetto odierno, si arrivi al voto sulla sua iniziativa popolare "Giù le mani dagli ospedali", depositata nel maggio 2013. Invita inoltre a firmare la sua petizione in difesa delle strutture ospedaliere delle valli.
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Il servizio di Furio Ghielmini
RSI Info 13.02.2014, 19:03
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Le reazioni raccolte da Giorgia Roggiani
RSI Info 13.02.2014, 18:53