I “mori” dipinti continueranno a sfilare alle Processioni di Mendrisio. La RSI ha infatti appreso che la Fondazione che organizza l’evento (in programma giovedì 17 e venerdì 18 aprile 2025) ha preso la decisione di non cancellare la controversa usanza del “blackface” (colorare di scuro attori bianchi). Una parte della comunità di origine africana è però pronta a dare battaglia legale.
L’anno scorso era stato proprio il comitato organizzatore delle Processioni storiche ad annunciare che i mori dipinti non avrebbero sfilato per le strade di Mendrisio. Una scelta lodata anche dalla Commissione federale contro il razzismo. Poi però il tema era diventato di pubblico dominio e lo stesso comitato aveva fatto dietrofront. Il maltempo aveva infine detto l’ultima parola, portando all’annullamento della popolare manifestazione con sigillo UNESCO.
Nel 2025 i “mori” sfileranno, come conferma ai nostri microfoni il presidente Gabriele Ponti: “Abbiamo sondato e testato il polso di tutti, abbiamo discusso con tutti e alla fine la decisione è stata di mantenere la tradizione. È la volontà della maggioranza. Siamo giunti alla conclusione che la tradizione va perpetuata così com’è”.
L’Associazione delle persone afrodiscententi residenti in Svizzera e in Europa spiega però di non essere stata contattata dalla Fondazione. Si tratta dell’associazione - con sede in Ticino - i cui membri l’anno scorso avevano sollevato la questione e chiesto che si rinunciasse a questa pratica.
Associazione degli afrodiscendenti che ora non vuole rilasciare dichiarazioni. Ma, stando a nostre informazioni, è pronta a preparare un dossier da presentare alla Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo se dei bianchi verranno pitturati di nero.
Mori da quando? “Almeno dal 1874”
Molti, come ricorda lo stesso Ponti, parlano di salvaguardia delle tradizioni. Quanto è davvero antica questa usanza? Da quanto tempo i mori sfilano alle processioni di Mendrisio? “Abbiamo un disegno, quasi una caricatura del 1874, fatto da uno svizzero tedesco che stava visitando Mendrisio”, risponde Anastasia Gilardi, storica dell’arte e autrice di un volume sulle processioni. “Vi si vedono raffigurate le processioni e soprattutto sono messe in evidenza le quattro figure dei mori a cavallo. Quindi, quantomeno dal 1874, siamo certi che i mori sfilavano nella processione del Giovedì Santo. Ma la tradizione è sicuramente più antica, quantomeno dalla fine del ‘700, inizi dell’800”.
Però questa usanza di pitturare di nero attori bianchi è qualcosa che - soprattutto se vista dagli Stati Uniti - appare caricaturale e razzista. Che fare? “Che questo sia un problema degli americani l’abbiamo sempre saputo. È un loro problema. Questa è una rappresentazione. È teatro! Non stiamo prendendo in giro nessuno. Cosa facciamo? Decidiamo che quella persona che fa Cristo è Cristo? Non esiste. Esattamente come la persona che fa il moro non è il moro. È un personaggio teatrale. Il teatro è teatro”.
Segnaliamo che la Commissione federale contro il razzismo, da noi contattata, conferma di non aver cambiato opinione rispetto all’anno scorso. In ogni caso, per fare un passo avanti in questa discussione, cosa si può fare? Ancora Anastasia Gilardi. “Il problema non si porrebbe se ci fosse un comitato scientifico, come esiste per tutte le manifestazioni culturali, che segnalasse quantomeno al pubblico, ai giornali, agli interessati, la differenza tra la realtà storica e l’interpretazione a livello popolare della manifestazione”.
Comitato che, secondo Gilardi, dovrebbe essere super partes e dunque potrebbe venir creato dal Municipio o dal Consiglio comunale di Mendrisio.
I mori continueranno a sfilare nelle Processioni
Il Quotidiano 21.01.2025, 19:00