Il caso del 40enne italiano morto sabato a causa di un incendio divampato nel palazzo di Massagno dove bivaccava, ha riportato alla ribalta il problema della prima accoglienza di chi - in Ticino - non ha un posto dove dormire.
Molti sono gli enti - soprattutto privati - che offrono un aiuto. Serve però una messa in rete di quest'offerta. Lo sottolinea Fra Martino Dotta, responsabile della mensa sociale Bethlehem.
“Alle autorità cantonali non si chiede un investimento finanziario, quanto piuttosto un ruolo di coordinamento per evitare che le forze si disperdano. Bisogna cercare di operare assieme, tra pubblico e privato, in modo condiviso e sinergico sviluppando un progetto di accoglienza – dettaglia Fra Martino – unico e che possa gestire anche le situazioni di emergenza puntuale”.
CSI/Swing
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