Avrebbe legami con il terrorismo islamico l'uomo, fermato nelle scorse settimane in Ticino, e rimpatriato in modo forzato ieri verso un paese nordafricano.
L'uomo, tunisino, era incappato in un controllo amministrativo e il suo nome aveva fatto scattare l'allarme non appena oltrepassato il confine. Sembra fosse intenzionato a chiedere l'asilo.
Su di lui pendeva un divieto di entrata in Svizzera. Un divieto non rispettato. E l'uomo - come ci conferma il comandante della polizia cantonale ticinese Matteo Cocchi - è finito fra le maglie di un controllo.
Quello che è confermato è che l'uomo è un pericolo per la sicurezza interna del paese; possibili i suoi collegamenti con il terrorismo di matrice islamica ma escluso, in modo assoluto, che fosse un rischio per il Ticino.
La dichiarazione di Norman Gobbi
Norman Gobbi
"Credo che sia la dimostrazione, ed è il quinto caso con il quale ci confrontiamo qui in Ticino, che l’ambito dei flussi migratori ha bisogno di tutta l’attenzione dell’autorità, proprio perché all
’interno di questo flusso troviamo comunque i lupi camuffati da agnelli”, lo ha affermato ai microfoni delle Cronache della Svizzera italiana il direttore del Dipartimento delle istituzioni.
Norman Gobbi ha inoltre dichiarato che: "I controlli vengono fatti ma soprattutto devono essere mirati, quindi è importante avere le informazioni e rispettivamente continuare a lavorare insieme tra autorità federali e cantonali, proprio perché poi ci vuole anche chi fa l’arresto che poi procede all’espulsione secondo la legge stranieri".
Maggiori dettagli nelle Cronache della Svizzera italiana (18.00 ReteUno) e al Quotidiano (19.30 su LA1).
CSI/redMM