Ticino e Grigioni

Test rapidi: “Escluso il fai da te”

Nei prossimi giorni arriveranno in Ticino. Zanini: “Eseguiti solo da professionisti” - Tamò: "Nelle farmacie non subito e non in tutte"

  • 1 novembre 2020, 19:18
  • 22 novembre, 18:15
05:04

CSI 18.00 del 01.11.2020 - La diretta di Pervin Kavakcioglu

RSI Info 01.11.2020, 19:15

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Di: CSI/dielle 

“Questi test non sono previsti per il fai da te, quindi non è immaginabile andare in farmacia a comprarseli per poi farseli a casa. È evidente che ci devono essere dei professionisti della salute che li eseguono, li valutano e traggono le proprie conclusioni”. Parola di Giovan Maria Zanini, farmacista cantonale ticinese. Nei prossimi giorni infatti arriveranno anche a Sud delle Alpi i cosiddetti test rapidi per verificare un’eventuale infezione da coronavirus.

Inizialmente saranno disponibili nei laboratori d'analisi, negli ospedali Covid, nei check point sanitari e un certo quantitativo verrà dato anche al medico cantonale per eventuali indagini ambientali. Per poterli eseguire nelle farmacie ci vorrà invece un po’ di pazienza in più, perché va affinata la strategia per garantire che l’esame possa avvenire in sicurezza, come conferma ai microfoni della RSI il portavoce dell'ordine dei farmacisti del canton Ticino Federico Tamò: “Si tratta ovviamente di persone che potrebbero essere contagiose, servono quindi dei locali separati per proteggere loro, il personale delle farmacie e gli altri utenti. Sono inoltre dei test da fare con una certa manipolazione (resta un tampone nasofaringeo nella cavità profonda) e bisogna quindi formare i farmacisti alla pratica, così come sull’interpretazione dei risultati e sulle modalità di annuncio all’ufficio del medico cantonale.”

Non saranno quindi nemmeno tutte le farmacie a poterlo fare, viste le esigenze: “In effetti non sarà possibile farlo in tutte le farmacie, ma cercheremo di averne abbastanza distribuite su tutto il territorio per arrivare con l’offerta a tutta la popolazione.” Il quando resta invece ancora un’incognita, anche se l’attesa non dovrebbe esser troppo lunga: “Difficile fare una previsione, ma stiamo cercando di farlo in alcune settimane” conclude Tamò. Per gli stessi motivi anche per gli studi medici le tempistiche saranno simili.

Zanini: “Test alle persone con sintomi, se negativi da confermare con tampone classico”

Per quanto riguarda le modalità per accedere ai test poco cambierà rispetto al tampone tradizionale: bisognerà rivolgersi sempre al proprio medico che valuterà se indirizzare la persona a un check point. Secondo le indicazioni del medico cantonale, di principio possono fare il test rapido unicamente le persone che hanno dei sintomi. Il proseguimento dell’indagine dipenderà poi dal risultato: “Se abbiamo una persona che ha dei sintomi e risulta positiva al test rapido si può partire dal presupposto che effettivamente abbia il Covid – spiega ancora il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini. Se invece la persona ha sintomi, ma risulta negativa, si dovrà procedere al tampone classico per verificare più a fondo”.

Questa possibilità, ha proseguito il farmacista cantonale, consente inoltre di prendere decisioni veloci in determinate situazioni. “Quando si ha un paziente che si deve ospedalizzare, un conto è disporre di un test rapido che permette di prendere velocemente la decisione su dove ricoverarlo, un altro è dover aspettare alcune ore prima di avere il risultato del tampone.”

Secondo il farmacista cantonale i test rapidi potranno inoltre rivelarsi utili nelle case anziani in caso di focolaio per avere una prima indicazione.

“Possibili falsi positivi e negativi”

Il test rapido è molto meno preciso del tampone tradizionale, soprattutto quando la malattia è agli inizi. Un aspetto ben noto anche agli addetti ai lavori: “Sappiamo che con il test rapido c’è il rischio di ottenere dei falsi positivi o negativi, per questo, oltre a quanto già spiegato sui risultati negativi in presenza di sintomi, anche quando un test risulterà positivo in assenza di sintomi (nei casi dove verrà fatto preventivamente o nelle indagini ambientali, ndr), dovrà venire confermato da un altro metodo” conclude Zanini.

Entro la metà di novembre il Ticino avrà a disposizione circa mille test al giorno, poi se ne aggiungeranno altri mille.

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