Ticino e Grigioni

Ticino, la scuola del futuro

Presentata la riforma del settore obbligatorio: tra continuità e innovazione

  • 11 dicembre 2014, 18:30
  • 7 giugno 2023, 02:15
Spalancata la porta sulla scuola ticinese del futuro

Spalancata la porta sulla scuola ticinese del futuro

  • ©Ti-Press

"La scuola dell'obbligo ticinese è una buona scuola, ma può e deve migliorare". Con questo convincimento di fondo, giovedì a Bellinzona il consigliere di Stato Manuele Bertoli ha tolto i veli a "La scuola che verrà". Si tratta del rapporto che delinea i contenuti della riforma dell'insegnamento dall'asilo alle medie, passando per le elementari.

Il rapporto (frutto delle riflessioni di un nutrito gruppo di lavoro cantonale) traccia le vie che la scuola ticinese dovrà imboccare per migliorare la propria qualità senza venir meno ai propri principi: equità e inclusione.

Non si tratta quindi di una rivoluzione, ma della proposta di una serie di correttivi sottoposti a discussione per: adeguare l'insegnamento alle differenze tra gli allievi, migliorare le modalità di valutazione, valorizzare e riconoscere il ruolo dei docenti nonché mettere a disposizione spazi adeguati alle mutate esigenze.

Il Dipartimento prevede di definire i dettagli del modello entro il 2016 e di generalizzarlo, dopo una fase di sperimentazione in alcuni istituti, all'inizio dell'anno scolastico 2020-2021.

Diem

Dal Quotidiano

00:32

CSI delle 18.00 dell'11.12.14; le considerazioni di Emanuele Berger

RSI Info 11.12.2014, 19:04

CSI delle 18.00 dell' 11.12.14; la reazione di Daniele Bianchetti, presidente della Conferenza dei direttori di scuola media

Riforma 2020: dodici novità in quattro campi

1. Gestire l’eterogeneità

  • Offerta sistematica di forme didattiche più personalizzate: per diversificare le modalità di apprendimento (lezioni, laboratori, atelier alle Medie, giornate progetto).

  • Griglia oraria flessibile e modulare: per facilitare un insegnamento per competenze.

  • Scelta di opzioni: per promuovere inclinazioni, interessi, bisogni e potenzialità degli alunni.

  • Generalizzazione di una pedagogia differenziata: per gestire meglio l’eterogeneità.

2. La valutazione

  • Introduzione del profilo dell’allievo e del profilo della classe come supporto alla pedagogia differenziata.

  • Note scolastiche accompagnate dalla descrizione delle competenze: per meglio illustrare il profilo dell’allievo nella sua complessità.

  • Abolizione della licenza elementare: conferimento di un’unica licenza al termine della scuola obbligatoria.

  • Minor rigidità nell’accesso alle formazioni successive: individuazione del percorso che meglio si addice al singolo allievo grazie a un lavoro approfondito di orientamento e alla descrizione delle competenze.

3. I docenti

  • Potenziamento del ruolo del docente di classe (accompagnatore): per favorire scelte orientative più consapevoli.

  • Collaborazione tra docenti:per una condivisione di obiettivi, decisioni e responsabilità.

4. L’istituto scolastico

  • Istituti più autonomi: per rafforzare il senso di appartenenza e creare una comunità di apprendimento (budget globale per le scuole cantonali, maggiore coinvolgimento delle direzioni nella scelta dei docenti, verifica del raggiungimento degli obiettivi tramite valutazioni interne ed esterne).

  • Spazi funzionali nelle scuole: varie tipologie di locali (laboratori, ambienti di studio, spazi attività in gruppo e atelier) per favorire il lavoro individuale e la collaborazione tra allievi e tra docenti.

Sfoglia il rapporto

Ti potrebbe interessare