La potentissima esplosione, seguita a una prima deflagrazione, avvenuta martedì verso le 18 locali (le 17 in Svizzera) nell'area dei depositi del porto di Beirut ha devastato una vasta area della capitale del Libano dove vive oltre un milione di persone gettando nel caos l'intero paese.
L'ultimo bilancio, ancora provvisorio, stilato dalla Croce rossa libanese parla di almeno 135 morti, decine di dispersi e 5'000 feriti, tra cui anche l'ambasciatrice svizzera che se l'è cavata senza gravi conseguente e alcuni uomini della Forza interinale delle Nazioni Unite che si trovavano su una nave investita dall'esplosione. Gli ospedali sono al collasso e per tutta la notte hanno dovuto far fronte anche al flusso ininterrotto delle persone che cercano parenti e amici scomparsi.
Le autorità nazionali tendono ad escludere che all'origine vi sia un attentato. La tragedia sarebbe stata causata da un'operazione di saldatura che ha scatenato un incendio che, a sua volta, ha provocato l'esplosione di 2'750 tonnellate di nitrato di ammonio (una sostanza che rientra nella composizione di fertilizzanti, ma anche di esplosivi) sequestrate sei anni fa.
Dove è avvenuta l'esplosione
La detonazione, udita fino a Cipro a circa 200 chilometri di distanza, ha raso al suolo gli edifici tra via Charles Helou e il mare, causando crolli ed ingenti danni in tutta l'area del centro città. La sua potenza ha provocato un'onda d'urto che ha mandato in frantumi i vetri a chilometri di distanza e un terremoto avvertito in tutto il paese.
di Diego Moles, Andrea Pasquot