Stando a quanto scrive un deputato ucraino su Facebook il rifugio antiaereo del teatro di Mariupol ha resistito e "la gente sta uscendo viva" man mano che sono rimosse le macerie dell'edificio, colpito e distrutto da un attacco mercoledì. Dentro, secondo fonti ucraine, c'erano 1'000 civili. Non è dato sapere se si lamentano vittime e quante siano.
Il porto nel sud-est del Paese è la città ucraina che sta vivendo la situazione più critica. È sotto assedio e circa 400'000 persone sono intrappolate senza acqua corrente, elettricità e gas, mentre un ospedale si trova sotto il controllo russo, con circa 400 persone tra pazienti e personale sanitario bloccati all'interno.
Si combatte anche a Kiev e a Chernihiv, dove secondo il governatore locale 53 civili sono morti in 24 ore. Esplosioni si sono registrate pure a Rivne e a Kharkiv, altro centro martoriato dai bombardamenti russi.
Dopo aver parlato mercoledì al Congresso statunitense, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è rivolto intanto anche al Bundestag tedesco, chiedendo sostegno reale da parte degli europei e, di sponda, dalla NATO. Tuttavia, poco dopo il cancelliere Olaf Scholz ha gelato ogni speranza ucraina dichiarando che la "Germania dà il suo contributo e continuerà a farlo. Ma una cosa è chiara: la NATO non entrerà in questo conflitto". Gli ha fatto eco il segretario generale uscente della NATO, Jens Stoltenberg, secondo il quale "si tratta della guerra di Putin e lui deve porvi fine".
Per quanto rigurda la crisi umanitaria la SEM ha aggiornato a 7'903 il numero dei profughi ucraini già registrati nella Confederazione. Oltre tre milioni di persone hanno già lasciato l'Ucraina, la maggioranza in direzione della Polonia.
Ludovico Camposampiero, Enrico Campioni, Stefano Pongan