Sono 1'546 i nuovi casi di positività al coronavirus accertati in Svizzera fra ieri e oggi. Sempre nelle ultime 24 ore sono stati registrati altri 49 ricoveri e 4 nuovi decessi imputabili al Covid-19
I contagi da coronavirus in Svizzera sono in tendenziale calo da un mese e, almeno finora, le riaperture entrate in vigore il 19 aprile (terrazze dei ristoranti e manifestazioni con presenza di pubblico) non hanno comportato un aumento delle infezioni. Il tasso di riproduzione si mantiene stabilmente sotto il valore soglia di 1. Anche il numero dei ricoveri si sta riducendo in tutte le fasce d'età (i medici notano, tuttavia, un aumento del rischio di complicanze nella fascia d'età 40-60 anni) e si osservano gli effetti della vaccinazione dei gruppi più a rischio e, soprattutto, tra le persone con più di 75 anni.
La task force scientifica, prima della decisione del Consiglio federale, aveva invitato alla massima prudenza, evidenziando il pericolo di una terza ondata con la possibilità di arrivare a diverse migliaia di contagi al giorno. Non c'è stata ed ora, come confermato ai microfoni della RTS, gli esperti cercheranno di capire perché le previsioni si sono rivelate sbagliate. "Dalla fine di aprile c'è stata una svolta. I modelli in precedenza erano stati estremamente efficaci", ha spiegato la vice presidente Samia Hurst.
Le ragioni dell'evoluzione sono ancora tutte da indagare. Si ipotizza che abbiano avuto una loro importanza i comportamenti individuali, l'arrivo della primavera, i test di massa, le vacanze scolastiche in diversi cantoni e l'avanzamento della campagna vaccinale. Un ambito, quest'ultimo, nel quale, dopo l'apertura di Washington, sta facendo molto discutere l'ipotesi di sospendere i brevetti sui preparati per aumentare rapidamente il numero delle dosi disponibili a livello mondiale. Tra i meno convinti che sia una buona idea ci sono la Svizzera e la Germania. A favore si sono invece espressi il presidente francese Macron e il premier italiano Draghi.
di Diego Moles e Yara Rossi