Le nuove regole decise venerdì dal Consiglio federale per evitare i contagi legati ai viaggi sono entrate in vigore lunedì, precedute da un altro weekend segnato dalle proteste da chi si oppone al misure. Da oggi chiunque entrerà in Svizzera dopo essere stato in una regione non confinante con la Confederazione (Lombardia, Piemonte/Valle d'Aosta, Trentino/Alto Adige, Baden-Württemberg, Baviera, Grand-Est, Bourgogne/Franche Comté, Auvergne/Rhône-Alpes, Tirolo, Vorarlberg, Liechtenstein), prima dell'entrata dovrà compilare il modulo di localizzazione, lo SwissPLF. Inoltre chi non ha il certificato Covid dovrà anche sottoporsi a un test per provare la propria negatività che andrà riverificata tramite un ulteriore tampone a pagamento dopo 4-7 giorni di permanenza su suolo elvetico. Le eccezioni previste riguardano, oltre alla zona di confine, le persone che sono in transito. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito Travelcheck.
La novità è stata introdotta per evitare che al rientro dalle prossime vacanze autunnali si registri nuovamente un elevato numero di contagi, come successo al termine delle ferie estive, quando, a partire dalla seconda metà di luglio, si è assistito a un forte aumento dei casi di positività. Una tendenza proseguita quasi fino a metà settembre un po' in tutti i cantoni, ad eccezione del Ticino che in questo periodo è quello in cui il coronavirus sta circolando di meno. La curva grigionese è invece stata più simile a quella nazionale. Il miglioramento della situazione in atto dal 10 settembre è stato confermato dai dati diffusi lunedì mattina da Coira: in 24 ore sono stati registrati ulteriori 14 casi, la metà di una settimana fa. In Ticino, tra venerdì e domenica è stato invece registrato un ulteriore decesso, il numero 1'002 da inizio pandemia.
di Diego Moles, Alex Ricordi e Dario Lanfranconi