Confrontati a un'esplosione di contagi, diversi paesi fanno marcia indietro sugli allentamenti decisi nelle scorse settimane o adottano nuove misure per frenare la diffusione del nuovo coronavirus, che nel mondo ha causato fino a martedì mattina la morte di oltre 570'000 persone e 13 milioni di infezioni accertate. Di queste, oltre 3,36 milioni nei soli Stati Uniti, dove in almeno 35 Stati si assiste a un'impennata di casi e il governatore della California Gavin Newsom ha imposto un brusco stop alla nuova fase di riaperture ed esteso a tutto il territorio la chiusura dei bar, delle sale dei ristoranti (che lavorano solo all'aperto), dei cinema, degli zoo e degli acquari. In Colombia, quinto paese più colpito del continente, 3,5 milioni di persone sono confinati a Bogotà e Medellin, le due maggiori città. Nel Regno Unito dal 24 luglio occorrerà la mascherina nei negozi.
In Svizzera, dove invece è obbligatoria sui mezzi pubblici, lunedì sono stati annunciati 63 nuovi casi ma nessun decesso, mentre in Ticino sono stati 8 i contagi nel fine settimana. Accanto ai passi indietro, proseguono però anche gli allentamenti dove la situazione è sotto controllo: da mercoledì in Lombardia la mascherina non sarà più necessaria all'aperto.
Le visiere in plastica non forniscono una protezione affidabile contro il contagio da coronavirus: la messa in guardia giunge oggi dal medico cantonale grigionese Marina Jamnicki, che constatando un aumento delle persone infette invita a non abbassare la guardia e raccomanda "con insistenza" di rispettare rigorosamente le regole in materia di distanziamento e igiene.