I dati comunicati lunedì dall'Ufficio federale della sanità pubblica confermano la tendenza ad un peggioramento della situazione epidemiologica in Svizzera. Da venerdì sono stati segnalati 449 casi, lunedì scorso erano stati 239. Negli ospedali svizzeri sono state ricoverate altre sette persone, quattro invece i decessi legati alla pandemia. In Ticino segnalati invece 26 contagi negli ultimi tre giorni. Zero i morti e nelle strutture ospedaliere non si contano più pazienti Covid.
Sul fronte vaccinazioni, l'interesse degli svizzeri è fortemente calato nelle ultime settimane, contemporaneamente all'estensione della possibilità di farsi immunizzare alle fasce d'età più giovani, tra i 20 e i 50 anni. Entro l'autunno sarà praticamente impossibile raggiungere il tasso di copertura del 75-80% della popolazione che era stato definito come obiettivo della campagna. A mancare, questa volta, non sono i preparati Moderna e Pfizer, ma gli annunci. Nei depositi della Confederazione e dei cantoni c'è oltre un milione di dosi che attendono di essere inoculate, mentre finora ne sono state somministrate poco più di 7,5 milioni. Le persone completamente vaccinate sono 3,1 milioni e altri 1,3 milioni hanno ricevuto la prima dose. In totale 4,4 milioni di persone, pari a poco più del 50% di tutti gli abitanti.
La situazione, complice la diffusione della variante delta e le esperienze fatte in altri paesi come Israele e il Regno Unito, preoccupa le autorità elvetiche che stanno già guardando a quanto potrebbe capitare il prossimo autunno. Il rischio che vi sia un'impennata dei contagi tra i non vaccinati è ritenuto elevato poiché una quota del 40% è troppo alta per scongiurare altri rimbalzi.
di Diego Moles, Fabio Dotti