La Svizzera ha ricevuto molte meno dosi del vaccino di Moderna rispetto a quelle previste. Si parla di un quinto rispetto a quanto atteso (70'000 invece di 350'000) dall'azienda statunitense che collabora con l'elvetica Lonza. L’annuncio fatto ieri dalla Confederazione ha colto di sorpresa i cantoni, che soltanto il giorno prima erano invece stati esortati a dare fondo alle scorte, in previsione di una crescita dell’approvvigionamento, poi disattesa.
Per quanto riguarda il Ticino, il ritardo non dovrebbe avere nessuna conseguenza immediata sulla macchina organizzativa. Anche perché, le dosi mancanti dovrebbero arrivare già giovedì. Ma le autorità cantonali restano prudenti.
Sul piano politico, invece, si sollevano le prime critiche. Mentre il canton Berna ha espresso “delusione” per la promessa di consegna non mantenuta e ha chiesto alla Confederazione di affidare la gestione delle forniture a degli specialisti, in Ticino, il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi ha dichiarato che “i cantoni si organizzano e sono pronti, la Berna federale non fornisce”, commentando: “male, malissimo!”.
L'Ufficio federale di sanità pubblica, rispondendo all'agenzia Keystone-ATS, ha dichiarato che si tratta di un ritardo "irritante" e ha precisato che le 280'000 dosi mancanti dovrebbero arrivare nel corso della prossima settimana. L'UFSP ricorda che "sta lavorando con i cantoni per trovare soluzioni per evitare il rinvio degli appuntamenti previsti" e sottolinea che "ci sono ancora centinaia di migliaia di dosi inutilizzate in Svizzera".
Ieri era stata annunciata una riduzione delle forniture di Moderna in diversi Paesi, a causa di alcune criticità nella catena di approvvigionamento in Europa. Ma secondo quanto riportava l’agenzia di stampa Reuters, le forniture alla Svizzera e ai Paesi dell’UE sarebbero state mantenute, a differenza di quanto previsto per Regno Unito e Canada, dove erano stati annunciati dei ritardi.
di Stefano Wingeyer, Diego Moles, Elena Boromeo, Simone Della Ripa