Il 2 febbraio del 1922 è una data storica: esce a Parigi, da Shakespeare & Company l’“Ulisse” di James Joyce, forse il romanzo che più ha inciso sulla storia della letteratura contemporanea. Il libro (la cui prima parte era stata anticipata a puntate dalla Little Review di New York tra il 1918 e il 1920) scatena un putiferio: c’è chi lo incensa, come Ezra Pound e T.S. Eliot, e chi lo denigra, come Virginia Woolf. Ma il mondo non sarà più lo stesso. E a cent’anni dalla sua pubblicazione Alice racconterà l’“Ulisse” con uno dei suoi maggiori studiosi e traduttori in lingua italiana, Enrico Terrinoni, che per Bompiani ha dato alle stampe la prima edizione bilingue del capolavoro dello scrittore irlandese, che per lunghi anni visse a Zurigo, dove morì nel 1941. E nel nostro paese (a Kreuzlingen, nel Canton Turgovia) si consumano anche gli ultimi giorni di quello che è considerato uno dei più celebri fallimenti della storia della psichiatria e della psicoanalisi. Lo ricostruisce Antonella Moscati nel volume “Ellen West: una vita indegna di essere vissuta” (Quodlibet). In conclusione, Yari Bernasconi ci condurrà nel folclore giapponese riletto e rivisitato dalla giovane fumettista italiana Elisa Menini, che per Oblomov ha pubblicato una sua sorprendente trilogia in un imperdibile “Nippon Box”.
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