Allevamento di maiali, Canton Lucerna
Alphaville

Buono per la bocca, ma non per gli occhi

di Marco Pagani

  • Keystone
  • 06.03.2023
  • 23 min
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"Parliamone!"

Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Environmental Psychology, (ma ce ne sono diversi che hanno ottenuto risultati simili), se messi di fronte ad immagini che ritraggono animali, la stragrande maggioranza delle bambine e dei bambini statunitensi tra i 4 e i 7 anni non vedono maiali, mucche e polli come cibo e pensano che non sia giusto mangiarli. Il motivo per cui tanti di loro mangiano comunque nuggets, burger, polpette, bocconcini o bastoncini vari, dipende dal fatto che non sanno quale sia l’origine di questi prodotti.

Tanto che quando la comprendono, magari perché gli viene spiegata, molto spesso si rifiutano di continuare a mangiare quei prodotti. L’argomento è enorme, e proviamo ad affrontarne due aspetti complementari: uno è filosofico, relativo a quale centralità pensiamo di avere, o vogliamo avere, nel rapporto con gli altri animali. L’altro è quello psicologico, della relazione tra genitore e bambino, del rispetto delle emozioni e dei sentimenti del bambino e di come il suo sistema possa far sentire in pericolo le convinzioni dell’adulto. Lo facciamo con Leonardo Caffo, filosofo, scrittore, docente di ontologia al Politecnico di Torino, i cui interessi di ricerca abbracciano, tra gli altri, antropocentrismo e specismo; e con Patrizia Catellani, ordinaria di Psicologia Sociale alla Cattolica di Milano. Attualmente insegna Alimentazione e stili di vita presso la Facoltà di Psicologia. È coautrice, insieme a Valentina Carfora, del libro “Psicologia sociale dell'alimentazione”, (Vita e Pensiero, 2022).

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