Birdland
Da lunedì 30 novembre a venerdì 04 dicembre 2015 alle 23:00
Non è un mistero che, malgrado la non celata ghettizzazione del jazz sino agli anni delle lotte per i diritti civili, l’amministrazione degli Stati Uniti abbia sfruttato la musica afroamericana – tipico frutto della cultura made in USA - e i suoi protagonisti a fini politici e di relazioni internazionali, in particolare per migliorare la propria immagine pubblica alla luce della critiche provenienti da Est, durante la Guerra Fredda, a proposito di disuguaglianza e tensioni razziali.
Il fenomeno dei "jazz ambassadors" nasce sessant'anni fa, nel 1956, con le tournée diplomatiche di Armstrong, Ellington, Gillespie, Brubeck, Goodman organizzate dal Dipartimento di Stato.
In questo ciclo di Birdland Marcello Lorrai ripercorre con dovizia di particolari quest’aspetto e la veste, politica appunto, che il jazz in parte assunse: il ruolo di Armstrong in rapporto ad Eisenhower e alla lotta negli anni Cinquanta per i diritti civili, lo stesso Armstrong accolto trionfalmente in Ghana, la polemica di quest’ultimo e di Brubeck che sfocia nell’ironico musical The Real Ambassadors, le tournée oltre la Cortina di Ferro (celebre quella di sei settimane di Bennie Goodman in URSS, nel 1962), il ruolo dei programmi di jazz di Willis Conover su Voice of America e altro ancora.