Un viaggio sonoro sul filo della memoria, dal dopoguerra al Boom economico, dal bianco e nero al colore, dall’avanspettacolo alle sigle tv, in pausa carosello e pubblicità, seguendo un flusso emotivo spazio temporale che ci riporta dentro la nostra bolla amniotica. La televisione racconta, esalta, crea un’identità collettiva, copre e censura le gambe scosciate delle Kessler, lo schermo non è più quello del grande cinematografo e la notte nel frattempo è diventata piccola; il bianco e nero diventa blu come la faccia del mago, il grido è quello di Sandokan, la pubblicità è quella dell’olio cuore, della Tassoni, il grande Franco Cerri è dentro alla lavatrice, Virna Lisi con quel sorriso può dire ciò che vuole, Capitan Harlock non naviga, vola, così come Goldrake, il gusto è pieno della vita, siamo piccoli ma cresceremo, con calma però, dopo il carosello… Canzonette e motivi banali quanto preziosi che rinascono grazie a “Quelli della domenica”, ovvero il polistrumentista Enrico Farnedi e il cantante Gabriele Graziani, che è anche la nostra guida in questo particolarissimo itinerario sonoro.
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