Lugano nel 1515 (rielaborazione della veduta di Matthäus Merian del 1640)
Colpo di scena

Quasi una ballata - Ovvero cronache del castello di Lugano

Testo e regia Flavio Stroppini

  • Inklink Musei (Simone Boni)
  • 16.12.2021
  • 21 min
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Personaggi e interpreti

Menestrello (Matteo Carassini); Pietro (Massimiliano Zampetti); Paolo (Dario Sansalone); Ludovico Sforza (Federico Caprara); Enea Crivelli (Diego Pitruzzella); Paggio (Davide Garbolino).
Musiche composte ed eseguite da Matteo Carassini e Ilario Longhi
Consulenza storica Pietro Montorfani e Marino Viganò
Editing, sonorizzazione e presa del suono Thomas Chiesa
Produzione Francesca Giorzi
Il radiodramma è stato realizzato in occasione della mostra:
Lugano nel Rinascimento

Assedio

Colpo di scena 29.11.2021, 16:54

Nel 1497 il Duca di Milano Ludovico Sforza, detto il Moro, ordinò a Enea Crivelli, fratello di Francesco, castellano di Morcote e Capolago, di erigere un castello a Lugano. L’8 giugno del 1517, le comunità luganesi, per ordine dei Confederati, iniziarono ad abbattere il castello. Pietra dopo pietra, la fortezza sparì. “Quasi una ballata - ovvero cronache del castello di Lugano” parla di un ventennio poco conosciuto e di un castello rimasto nella memoria perlopiù per la toponomastica della città, dove a pochi metri dal lago resiste “Piazza Castello”. È così che tra Todeschi, milanesi, urani, confederati, francesi, guelfi e ghibellini la storia si dipana dal punto di vista di due autoctoni luganesi, preoccupati più del sopravvivere e del riempirsi la pancia a fine giornata che dei massimi sistemi. Il radiodramma, realizzato in occasione della mostra “Il castello di Lugano” e grazie alla preziosa consulenza storica dell’Archivio della città, offre uno scorcio della “Lugano che era” raccontata da un menestrello e ci fa riflettere sulla nostra identità.

“Non cambia niente. Se qua ci stanno gli Sforza, i Sanseverino, i Rusca, i francesi o i todeschi non cambia nulla. Tanto passano di qua. Si mangiano quel che c’è da mangiare, ci impestano, ci ingravidano donne e pensieri… E noi nasciamo e moriamo senza vedere nessun cambiamento.”

La Divisione Cultura della Città di Lugano ha ideato un progetto interdisciplinare dedicato a Lugano nel Rinascimento, nell’intento di approfondire la conoscenza di un periodo cruciale della nostra storia, che coincise con il passaggio dall’epoca milanese a quella elvetica. Il progetto si articola in una prima pubblicazione sugli anni del dominio francese (1499-1512), cui farà seguito un volume dedicato alla storia del complesso di Santa Maria degli Angeli, e propone anche ricostruzioni originali dei più importanti luoghi della Lugano rinascimentale: il perduto castello sforzesco, il convento francescano, la veduta generale del borgo. Furono anni politicamente e militarmente tormentati, non privi di rivolgimenti di fronti, estenuanti assedi e movimenti di truppe, eppure culturalmente ricchi come testimoniano i capolavori d’arte sopravvissuti all’incedere del tempo. Nel complesso, un’epoca di grandi trasformazioni, che contribuì a forgiare l’identità della Svizzera italiana nei secoli successivi.

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