LASER
Venerdì 11 luglio 2014 alle 09:00
Replica alle 22:35
Frank Underwood è un politico senza scrupoli. Quando il neoeletto presidente gli nega l’incarico di Segretario di Stato, Underwood cerca vendetta muovendo le sue pedine nei corridoi di Washington. È quel che racconta House of cards, serie interpretata e prodotta da uno straordinario Kevin Spacey. Primo grande progetto voluto da Netflix, colosso americano della distribuzione online, in espansione anche in Europa, ha riscosso ovunque un enorme successo. Dietro questa riscrittura del Riccardo III e del Macbeth di Shakespeare, e anche de Il principe di Macchiavelli, c’è l’inglese Michael Dobbs. Classe 1948, membro della Camera dei Lord, è stato consigliere di Margaret Thatcher. Sopravvisse a un attentato dell’Ira nel 1984, ma non alla furia della Lady di Ferro, che lo cacciò successivamente. Depresso e arrabbiato, nel 1989 passò alla scrittura, pubblicando il primo romanzo di quella che sarà la trilogia di House of Cards (il primo volume è edito in Italia da Fazi). Nel 1990 il romanzo era diventato una serie per la BBC, ma il successo mondiale è arrivato con il remake americano voluto da Kevin Spacey e prodotto appunto da Netflix. Scrittore affermato, Dobbs continua la sua attività politica, ma grazie ai suoi romanzi e alle sue serie TV ci rende parte, e in fondo complici, di un mondo spregiudicato e corrotto.
A cura di Stefania Carini