La lana, che in passato era merce preziosa capace di stimolare e alimentare l’economia locale, ha perso negli ultimi decenni il suo valore a causa della concorrenza internazionale. Oltre a non essere utilizzata per produrre filato, la lana deve essere smaltita, secondo le norme europee, come rifiuto speciale. Non solo non produce benessere e ricchezza, ma è diventata nel tempo un enorme problema per i pastori.
Per contrastare questo fenomeno è partito da pochi mesi, il progetto Alptextiles, nel tentativo di ricostruire a livello transnazionale la filiera tessile, partendo proprio dalla lana. Promosso dall’archivio di Etnografia e Storia Sociale di Regione Lombardia con diversi partners europei quali scuole, musei e università di Italia, Svizzera, Austria, Germania, Francia e Slovenia, il progetto punta prima di tutto a mettere in relazione le diverse realtà legate alla filiera della lana.
I fili prodotti in Italia, e in particolare in Val Camonica incontreranno quelli dell’Austria del Montafon, sui telai di tessitura della Valposchiavo, per creare un nuovo tessuto.
A Poschiavo abbiamo incontrato alcuni protagonisti del progetto “senza frontiere: Cassiano Luminati, direttore del Polo Poschiavo; Adriana Zanoli, artigiana e decoratrice e Tim Marchesi, allevatore e pastore.
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