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La morte del Re: un grande spettacolo barocco

di Roberto Antonini

  • 11.12.2015, 10:00
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La morte di Luigi XIV al palazzo di Versailles

  • Castello di Versailles

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Venerdì 11 dicembre 2015 alle 09:00
Replica alle 22:35

Il primo settembre di 300 anni fa si spegneva Re Sole, Luigi XIV, il monarchia che ha portato il potere assoluto alla sua massima espressione, accentrando le funzioni dello Stato, alla morte del Cardinale Mazzarino, come mai nessuno aveva osato fare prima di lui. Il suo regno durato ben 72 anni si conclude con un paese che ha fatto della “grandeur” il suo principio e dogma, ma lo stesso paese si ritrova esangue, stanco, diviso per il peso delle imposte per sostenere le guerre e i fasti del monarca e per la revoca dell’Editto di Nantes che fa fuggire i protestanti dalla Francia. La morte di Luigi XIV assume i contorni di un’opera barocca di cui lo stesso monarca è il regista: durante i sei giorni di agonia il re riceve principi, famigliari, cardinali, Definisce il futuro dello stato, stabilisce i termini della successione in una sorta di apoteosi celebrativa al Castello di Versailles. E abbozza un’autocritica sorprendente e struggente, degna di una tragedia di Racine. Il re moribondo precisa anche le modalità della sua sepoltura, stabilendo i tre luoghi dove saranno portati il suo cuore, le sue viscere e il suo corpo imbalsamato. Con il maggior storico di quell’epoca, Joël Cornette (professore a Parigi VIII) e con Beatrice Saule, conservatrice del museo nazionale di Versailles, Roberto Antonini propone una lettura storica e sociologica di un avvenimento che ha fortemente contrassegnato l’immaginario europeo.

La morte del Re: un grande spettacolo barocco

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