LASER
Lunedì 07 maggio 2018 alle 09:00
Replica alle 22:35
Teorica e figura tra le più significative e autorevoli del femminismo italiano, autrice di testi teorici fondamentali come L’infamia originaria, un vero manifesto del femminismo, Lea Melandri ha partecipato fin dagli anni Settanta al movimento delle donne. Un vero fenomeno di massa il femminismo di quegli anni, che ha raggiunto le donne di estrazione sociale, istruzione, cultura e professionalità diversa, entrando nelle case e nei luoghi di lavoro, portando nella politica le questioni dell’umano, delle esperienze universali che appartengono alla sfera privata, come la sessualità, le problematiche del corpo, i sentimenti, la maternità, l’aborto, questioni considerate “non politiche” e invece indispensabili per un’analisi del rapporto di potere tra i sessi.
Ma che ne è dell’eredità di quegli anni nel pensiero dedicato al femminile oggi? Secondo Lea Melandri le esigenze radicali che allora si rivelarono impossibili per ostacoli esterni ed interni al femminismo stesso, ricompaiono oggi in una situazione mutata e nel protagonismo di una generazione che, a differenza di quella degli anni 70 non è “contro” le donne che l’hanno preceduta e in qualche modo fatta crescere. “Data la giovane età – dice Lea Melandri - della storia del femminismo le nuove generazioni conoscono poco, ma sanno che da quella radice vengono le loro consapevolezze, la libertà e la forza collettiva che le ha fatte incontrare in tante e così inaspettatamente”.
La incontriamo.