Laser

Le lacrime degli eroi

Pianto e mortalità nell'eroe troppo umano dei poemi omerici, di Daria Corrias e Matteo Nucci (letture di Valentina Carnelutti)

  • 14.01.2015, 10:00
Testa di Ulisse dal gruppo di Polifemo di Sperlonga

Testa di Ulisse dal gruppo di Polifemo di Sperlonga

  • Wikipedia
26:36

Le lacrime degli eroi

Laser 14.01.2015, 10:00

"Nessuno è più degno di pianto dell'uomo" - dice a un tratto Zeus nell'Iliade. Mortale e consapevole della propria finitezza, l'uomo è fra gli animali, grazie al linguaggio, la ragione, il logos che lo distingue, il più infelice. Tuttavia, solo l'uomo, proprio a causa della sua umana sofferenza, è l'unico animale capace di affrontare la propria mortalità e in qualche modo sconfiggerla. È l'uomo che realizza pienamente se stesso, quello che accetta la propria fragile emotività, il proprio destino di sconfitto, e vive questa vita terrena nella sua pienezza. È l'eroe che i poemi omerici ci mostrano continuamente in lacrime, da sempre pronto alla morte, per sempre votato all'errore e alla sconfitta. Una tradizione trionfalistica ha deformato il volto di quest'uomo davvero umano, facendo degli eroi uomini irraggiungibili e grandi per quella dimensione vincente ed extra terrena che non ha nulla a che vedere con il racconto dei poeti omerici. Achille, Patroclo, Ettore, Agamennone, Diomede, Odisseo nessuno dei grandi protagonisti di Iliade e Odissea frena l'espressione più piena di sé e della propria emotività: il pianto. Perché solo vivendo del tutto le nostre passioni possiamo vincere, durante la vita che ci è data, la paura della nostra mortalità.

Le lacrime degli eroi è un libro di Matteo Nucci, Einaudi 2013

Ti potrebbe interessare