Laser

Pavese e Nietzsche

con Francesca Belviso, Angelo D’Orsi e Franco Ferrarotti, di Antonio Ria

  • 13.03.2017, 09:00
iStockEuropa - Continente, Italia, Piemonte, Provincia di Torino, Torino

Targa commemorativa di Nietzsche a Torino

  • iStock

LASER
Lunedì 13 marzo 2017 alle 09:00
Replica alle 22:35

25:52

Pavese e Nietzsche

Laser 13.03.2017, 10:00

Il rapporto Pavese-Nietzche è molto problematico, come dimostra il volume "Amor Fati. Pavese all’ombra di Nietzsche”, edito da Aragno e scritto da Francesca Belviso, dottoressa di ricerca in Etudes italiennes all’Université Sorbonne-Nouvelle Paris 3, dove aveva già pubblicato la sua tesi sull’influenza del pensiero di Nietzsche nella teoria e nella prassi della poetica pavesiana. Arricchisce il volume un’ampia e attenta Introduzione di Angelo d’Orsi (ordinario di Storia del pensiero politico all’Università di Torino), che ricostruisce l’ambiente culturale e politico di quegli anni a Torino, e in particolare nella “cerchia” della Casa editrice Einaudi, di cui Pavese era direttore. Per Francesca Belviso queste analisi «fornirebbero un apporto fondamentale alla costruzione della poetica pavesiana nell’ambito dell’estetica, della metafisica, della morale e della politica».

Non è facile per i lettori di Pavese affrontare certi aspetti inquietanti delle sue idee. Anche perché il libro contiene “La volontà di potenza” di Nietzsche nella traduzione inedita di Pavese, ricostruita sui manoscritti.

Antonio Ria ha incontrato a Torino Francesca Belviso e Angelo d’Orsi, ma ha anche registrato su questi aspetti il parere di chi ha vissuto accanto a Pavese: il sociologo Franco Ferrarotti, autore del libro “Al Santuario con Pavese. Storia di un’amicizia”, pubblicato da EDB. Il dibattito diventa molto acceso e dà all’ascoltatore nuovi stimoli di riflessione e forse anche la voglia di rileggere l’opera di Pavese, per farsene un’idea propria.

Ti potrebbe interessare