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Taranto, la più grande acciaieria d’Europa

di Ornella Bellucci

  • 10.01.2018, 10:00
Lo stabilimento Ilva di Taranto

Lo stabilimento Ilva di Taranto

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Mercoledì 10 gennaio 2018 alle 09:00
Replica alle 22:35

Taranto, la più grande acciaieria d’Europa. Il tempo, nella cittadina jonica, da oltre quarant’anni, è scandito dai ritmi dello stabilimento siderurgico. E s’infrange contro il ciclo continuo di produzione di lamiere, laminati piani, tubi, eccetera, che ingoia tutto: le vite di chi lavora in fabbrica e di chi ci vive intorno. Ma anche di chi non riesce più a nascere, a Taranto. I veleni prodotti dalla grande fabbrica dell’acciaio fanno tabula rasa da anni sul territorio. Dopo la fabbrica pubblica, l’Italsider, e quella privatissima, l’Ilva del gruppo Riva, il presente siderurgico a Taranto d’ora in poi sarà nelle mani di Am Investco, cordata guidata dalla multinazionale indiana Arcelor Mittal e partecipata col 15% dal gruppo industriale italiano Marcegaglia. Prima del closing definitivo degli assett, la cordata accoglierà anche Intesa San Paolo. Intanto gli esuberi che Arcelor Mittal mette in conto per lo stabilimento tarantino sono tanti, 3300. E su questi numeri, il sindacato, pure debole da anni, non intende trattare. La linea, unitaria, è: neppure un esubero. Il governo intanto proroga i termini di attuazione dell’Aia, autorizzazione integrata per l’ambiente, già fissati a fine agosto 2023. Ma a Taranto ci si ammala di tumori vecchi e nuovi, e si muore. “E se muoiono i bambini..., dice un’intervistata.

Lo stabilimento Ilva di Taranto

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