Ute Lemper, nata a Münster, 51 anni, ha attraversato molti mondi artistici - musical, teatro, cinema, pittura - ed è diventata un’icona musicale, capace di interpretare i song di Brecht e Weill come le canzoni della Dietrich e di mettere in musica le poesie di Neruda. È una cittadina del mondo, che ha conosciuto il primo grande successo a Parigi (interpretava Sally Bowles in Cabaret nell’edizione di Jerôme Savary) e che oggi vive tra New York e la Francia. Una donna che ha fatto dell’indipendenza una bandiera, che confessa di essere una ribelle nel profondo dell’animo, ma che oggi trova la centratura dell’anima nelle pagine de “Il manoscritto trovato ad Accra” di Coelho. Nell’intervista concessa a Maurizio Canetta per Laser, la Lemper racconta la telefonata che le fece la Dietrich ai tempi di Cabaret (“Una donna triste e ferita”), la sua passione per Kurt Weill, un fuggiasco che ha dovuto reinventare se stesso in America, la sua nuova vena latino-americana che si concretizza nel recente disco su Neruda (“Forever”) e nel prossimo su Coelho. Ute Lemper è una diva che può permettersi di fare l’antidiva, perché – dice – “Non sono una materialista, oggi devo pensare solo al futuro dei miei figli e quindi posso scegliere i progetti che mi piacciono”.
Maurizio Canetta

Ute Lemper
Laser 14.10.2014, 11:00
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