Stefano Bollani è moltissime cose: pianista stellare, compositore raffinato, conduce e scrive programmi televisivi e radiofonici, scrive per il cinema e il teatro. La cosa che stupisce di lui è che, in tutte queste cose, entra in maniera dirompente, con spontaneità, immediatezza e un’energia travolgente.
Lo immaginiamo spesso come un funambolo, un giocoliere che ti cattura con il suo virtuosismo, la creatività inesauribile, la verità è che improvvisamente ti ammalia anche per la sua poesia.
Come nei suoi 18 Preludi, piccoli mondi sonori apparentemente semplici ma sorprendenti, appena pubblicati per Hal Leonard e con cui aprirà il concerto di questa sera al Lac di Lugano con la United Soloists Orchestra diretta da Arseniy Shkaptsov.
Stefano Bollani non è solo uno straordinario musicista jazz, è una voce della contemporaneità, lo percepiamo nella sua composizione E venne il giorno per pianoforte e orchestra, in programma prima di chiudere con un’esplosiva Rapsodia in Blue di Gershwin.
Stefano Bollani si racconta, per Rete Due, al microfono di Barbara Tartari.
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