Mercoledì 04 marzo dalle 14:30
"Un gatto che salta sui tetti della canzone d’autore italiana prendendosene la parte più nobile. Come un gatto vi fa le fusa, ci conquista, per poi graffiarci quando meno ce lo aspettiamo. Ci concede una musica tra sogno e realtà”: il protagonista del “Live di ReteDueCinque” di questo mercoledì 4 marzo è stato definito anche così.
Scopriamo allora al microfono di Sergio Albertoni l’universo espressivo del cantautore e chitarrista pugliese Massimo Donno, arricchito dalle sonorità del fisarmonicista Luca Barrotta, suo sodale artistico fin dal 2000.
MASSIMO DONNO
Comincia a studiare la chitarra a tredici anni a Corigliano d’Otranto, e tra il 2000 e il 2001, insieme al fisarmonicista Luca Barrotta, avvia il suo primo progetto di folk d’autore, "Allegra brigata Bodhran", un ensemble che ai testi di Massimo unisce i suoni tradizionali del sud Italia, dei Balcani, del klezmer. Dal 2005 ad oggi realizza diversi spettacoli, tra i quali “Ti saluto dai paesi di domani…” sulla vita di Fabrizio de Andrè, “Le Otto ore” ispirato alle musiche tradizionali di lavoro e immigrazione di tutta Italia e “Incanti di tango”. Finalista al Premio Bindi nel 2012, pubblica all’inizio dell’anno seguente il suo primo progetto discografico da solista, “Amore e marchette”, con materiale che fa sentire in tutta Italia, aprendo i concerti di artisti del calibro di Daniele Silvestri, Nada, Fabio Concato... Nell’agosto del 2014 inizia la collaborazione con il noto organettista e compositore pistoiese Riccardo Tesi, che per lui arrangia e produce l’album “Partenze”, pubblicato nel 2015. Nel giugno 2017 pubblica un libro con cd dal titolo “Viva il Re!”, che contiene una serie di interviste e di scritti relativi al mondo delle bande, con importanti contributi di Livio Minafra, Pino Minafra, Rita Botto, Battista Lena, e altri; il progetto viene portato in tour, in Italia e in Europa, nel 2018/19.
Da novembre 2018 porta in giro lo spettacolo “Homo Faber” sull’opera Omnia di Fabrizio de André. Nel 2019 vince la seconda edizione del Premio Castrovillari d’Autore, convincendo la giuria e in particolare il giudice Gatto Panceri per “(…) il guizzo imprevedibile nella scrittura che ti incolla alle canzoni dalla prima all’ultima nota, la credibilità nella voce per poter raccontare certe cose, soluzioni musicali originali, senza tempo e al di là di effimere, baccanose mode del momento.”
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