Più che dal celebre romanzo di Francis Scott Fitzgerald, il titolo prende spunto dai versi che ispirarono lo stesso Fitzgerald: "Tenera è la notte / e chissà, forse la Regina Luna è sul suo trono / circondata da una miriade di Fate stellate".
I versi sono tratti dalla poesia "Ode all'usignolo" di John Keats. Un accostamento forse ambizioso e certo romantico, proprio perché abbiamo voluto immaginare la notte come un alveo di reciproca premura, con la luna (la Regina Luna) come unica sentinella in un firmamento trapunto di stelle (le Fate Stellate). La radio è una voce amica, a maggior ragione se rimane accesa ad ore tarde. La distanza fra i suoni emessi dagli altoparlanti e le orecchie di chi ascolta si assottiglia, l'attenzione si fa più vigile, e come d’incanto ci si ritrova immersi in una bolla d'intimità che ha probabilmente molto a che fare con una mutata propensione all’ascolto.
Di che cosa è fatta la musica di Tenera è la notte? Beh, in buona parte di suoni e di voci che si sforzeranno di articolare una drammaturgia sospesa fra lo stato di veglia e l'incombenza del sonno. Jazz, canzone d'autore, musica da camera, spruzzi di elettronica e tentazioni oniriche di varia natura. Non sarà tanto una questione di "generi musicali", quanto una cifra di fondo inclinata alla morbidezza, un suono della notte che si vuole alieno dalla narcosi dell’ascolto ma pur sempre attento a non urtare i sensi nell'ora i cui essi (i sensi) vanno accuditi e vezzeggiati con maggior cura. O, per dirla altrimenti: musica per orecchie sensibili.