Tra jazz e nuove musiche

Cyrille Aimée Quartet Feat. Ashlin Parker

Un nuovo album fresco di stampa, che rivela tutta la natura della cantante francese

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Cyrille Aimée

  • Courtesy: Colville Heskey

Una collaborazione Jazz Cat Club - RSI Rete Due
Diretta radiofonica su Rete Due

Se fino a qualche anno fa bisognava fare un po’ di fatica a far capire – o ricordare – chi fosse Cyrille Aimée, oggi non ve ne è più bisogno, perché la cantante francese ha raggiunto, a giusta ragione, una notorietà internazionale. Il suo nome incominciò a fare capolino nel panorama jazzistico dal 2007, anno in cui vinse il Montreux Jazz Festival Competition; successo che fa coppia con l’aver guadagnato la difficile posizione di finalista del Thelonious Monk International Jazz Competition nel 2010. Il critico musicale Stephen Holden del New York Times ha ben dipinto la vocalità della Aimée: una miscela di Michael Jackson e Sarah Vaughan. Ha sfiorato anche il Grammy Award la cantante di Samois-sur-Seine, quando nel 2019 ha dato ai posteri il bell’album Move On, che contiene cover di canzoni di Stephen Sondheim. L’album ha ricevuto gli elogi dello stesso Sondheim e una delle sue canzoni, Marry Me a Little, ha ricevuto, per l’appunto, una nomination per un Grammy Award. Lo stesso Sondheim l’ha invitata ad esibirsi accanto alla leggendaria Bernadette Peters in un tributo, Encores Special Presentation al City Centre di New York nel novembre 2013, con il supporto di Wynton Marsalis e della Jazz at Lincoln Centre Orchestra.

È cresciuta in una famiglia multilingue piena di musica, dove il ballo era un’attività quotidiana, scandita dai ritmi afro-caraibici della bachata e del merengue della Repubblica Dominicana, paese natale della madre. Era adolescente allorquando sgattaiolava fuori di casa per raggiungere i luoghi dove si faceva jazz. Tutta questa passione e questa policromia musicale confluisce nel suo approccio al jazz, con una vocalità che la rende senz’altro unica.

Freschissimo di stampa il suo ultimo disco, pubblicato a febbraio di quest’anno, à Fleur de Peau, che ci rivela la natura di Cyrille Aimée con le sue parole, con le sue composizioni originali e i suoi arrangiamenti, sviluppati in stretta collaborazione con il polistrumentista e produttore newyorkese Jake Sherman.

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