Simone Biles e Naomi Osaka, stelle indiscusse nelle rispettive discipline, hanno mostrato alle ultime olimpiadi di essere fragili. La troppa pressione, le aspettative, lo stress, il sempre dover essere al top, creano un logorio che può portare a situazioni di crisi, anche profonda. Crisi non direttamente fisica ma soprattutto mentale. Non è facile accorgersi subito che la via non è quella giusta, non è facile da accettare o da capire. Ultimo esempio, in positivo, la decisione di Noè Ponti, bronzo olimpico, di lasciare gli Stati Uniti dove era arrivato da poco e di tornare ad allenarsi a casa, in Ticino. Nelle ultime settimane Ponti si è reso conto che la situazione creava “affaticamento soprattutto mentale” e da qui la decisone di cambiare subito direzione. Di tutto questo abbiamo parlato con Giona Morinini, psicologo, psicologo dello sport e psicoterapeuta FSP.
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Sport e stress
con Giona Morinini
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