A Palermo con Matteo Messina Denaro è stato arrestato quello che viene considerato l’ultimo capo dei capi della mafia siciliana. Il massimo rappresentante ancora a piede libero di una generazione di boss di Cosa nostra responsabili di una stagione di stragi e confronto con lo stato e le sue leggi.
A Messina Denaro, nato nel 1962, sono attribuiti una quarantina di omicidi. Il boss originario di Castelvetrano nel trapanese non è mai stato incarcerato nonostante più condanne all’ergastolo per strage ed omicidio. Condanne riferite fra gli altri agli agguati contro i giudici Falcone e Borsellino. Fra gli omicidi più efferati quello del figlio del pentito Santino di Matteo, rapito dodicenne e ucciso due anni dopo nel 1996 e il cui corpo fu sciolto nell’acido.
L’arresto di Messina Denaro, quasi in concomitanza con il trentesimo anniversario della cattura di Salvatore “Totò” Riina, ci porta a interrogarci sulla mafia di oggi e su quale sarà il suo futuro. Senza dimenticare le strategie e i mezzi messi in campo dall’Italia per battere questo nemico, e il come evitare che rialzi la testa.
Ne parliamo con:
• Francesco Forgione, politico, esperto di mafie e già Presidente della commissione parlamentare antimafia
• Giacomo Di Girolamo, giornalista che si occupa di criminalità organizzata e corruzione per Tp24.it e radio Rmc 101
• Francesco Lepori, giornalista RSI e responsabile operativo dell'Osservatorio ticinese sulla criminalità organizzata dell'USI
• In un intervento registrato Alfonso Sabella, magistrato e già nel Pool antimafia di Palermo
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