Cosa fate quando un vostro elettrodomestico non funziona più? Lo eliminate e lo buttate oppure provate a ripararlo? Nella puntata odierna ci soffermiamo sull’obsolescenza programmata, ossia il progettare e produrre beni di consumo con una durata di vita intenzionalmente limitata. La scelta di un’azienda produttrice di ridurre volutamente la durata di vita e di consumo di un proprio prodotto è definita proprio obsolescenza programmata: pensiamo ad esempio ai grandi elettrodomestici come le lavatrici, le lavastoviglie, i frigoriferi e i televisori. Questa risulta problematica nel momento in cui il fabbricante non informa i consumatori al riguardo. Gli stessi consumatori spesso non sono poi in grado di valutare adeguatamente la riparabilità o la durata di vita dei prodotti e, pertanto, ne tengono troppo poco conto nelle loro scelte di acquisto. Un indice della durata di vita oppure un indice di riparazione consentirebbe di ottenere una spiegazione sul prodotto da parte dei fabbricanti o dei venditori. È un fenomeno da tempo condannato dalle associazioni di difesa dei consumatori. Fra gli esempi più conosciuti quelli delle stampanti, ancora in grado di stampare ma che si bloccavano dopo un certo numero di stampe, o ancora i vari aggiornamenti degli apparecchi digitali che li rendevano obsoleti; è successo anche con gli smartphone e i telefonini. Va ricordato che nella sua seduta del 26 giugno scorso, il Consiglio federale ha approvato un rapporto sulle conseguenze legali in caso di riduzione deliberata della durata di vita dei prodotti. L’obsolescenza programmata può ora essere legalmente sanzionata in Svizzera con il sostegno di una dichiarazione sulla durata di vita o sulla riparabilità, anche se rimane complicato dimostrare che la durata di vita di un prodotto sia stata ridotta intenzionalmente. Il problema dell’obsolescenza programmata è combattuto da anni dall’ACSI, la quale fa anche parte di una coalizione nazionale chiamata “Lunga vita ai nostri oggetti”. A questo proposito quali sono le ultime novità in questo ambito a livello legislativo? Diamo inoltre spazio anche all’economia circolare che si contraddistingue per il fatto che le materie prime vengono utilizzate in modo efficiente e il più a lungo possibile. Se si riesce a chiudere il ciclo dei materiali e dei prodotti, le materie prime possono continuare a essere riutilizzate – a beneficio non solo dell’ambiente, ma anche dell’economia svizzera. La Confederazione lavora a stretto contatto con l’economia, incentiva le tecnologie ambientali innovative e, in singoli casi, adotta misure di tipo normativo. La parola anche a voi consumatrici e consumatori per capire come vi comportate quando un vostro prodotto non funziona più.
Sono ospiti: Antoine Casabianca, già presidente dell’ACSI, Antonella Crüzer, segretaria generale dell’ACSI, Daniele Manz, riparatore e artigiano del riciclaggio.
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