Attilio Moresi, a Lucerna dopo il trionfo del Tour de Suisse nel 1961
La domenica popolare

Dalle api all’ONU, passando dal Giro ciclistico della Svizzera: voci, testimonianze, ricordi e passeggiate sul territorio, fra passato e presente (3./3)

Di Antonio Bolzani

  • Keystone
  • 11.06.2023
  • 1 h e 21 min
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La storia del Giro ciclistico della Svizzera e dei corridori ticinesi che hanno partecipato alle edizioni passate di questa importante corsa è il primo contributo della terza parte: Giancarlo Dionisio, giornalista sportivo e per molti anni inviato per la RSI alle gare ciclistiche, ci presenta il suo libro Sulle strade eroiche del Tour de Suisse. Ticino e ticinesi in bicicletta. Il Tour de Suisse è la più affascinante vetrina del nostro Paese. 37 corridori ticinesi hanno tentato di accenderne le luci. Solo uno -Attilio “Tilo” Moresi- ci è riuscito, nel 1961; salì sul podio in altri due Giri e s’impose in una cronometro storica, quella del 1963 da Mendrisio a Varese Campo dei Fiori. L'avvincente rincorsa alla maglia gialla - i meno giovani direbbero maglia d’oro - da Luigi Luisoni, che nel 1933 fu il primo ticinese a concludere la prima edizione della nostra corsa nazionale, fino a Oliver Zaugg, ticinese d’adozione, che il 19 giugno del 2016 è stato l’ultimo a prendervi parte. 90 anni di fatiche, sudore, sofferenza, gloria, paure, emozioni, lacrime, sorrisi, amicizia, solidarietà, astuzie, trionfi e sconfitte, storie raccontate con gli occhi e col cuore di chi ne è stato in parte testimone diretto, in parte è andato a scavare nell’album dei ricordi. Un libro che ci porta in casa molto Ticino. Con la sua gente, le sue bellezze, la sua fierezza e il suo orgoglio di terra che le cose, quando ci si mette, le sa fare bene. Dal ciclismo ai nuovi orizzonti di una ex collaboratrice dell’ONU, per vent’anni attiva e impegnata sul fronte dei diritti umani in diversi Paesi: stiamo parlando di Cristina Michels, oggi illustratrice e scrittrice di libri per bambini che racconta e si racconta. Lei si definisce così: <>. Dai mondi di Cristina Michels a quelli -in particolare la sua Valle Bavona- di un grande e famoso scrittore di casa nostra: con il figlio Alessandro Martini, professore emerito di letteratura italiana all’Università di Friborgo, e con Matteo Ferrari, docente di italiano al Liceo Lugano 2, ricordiamo Plinio Martini, a 100 anni dalla nascita. Plinio Martini nacque a Cavergno il 4 agosto 1923, dove morì a soli 56 anni il 6 agosto 1979, dopo una vita spesa per l’insegnamento, per la sua valle e per la letteratura. A distanza di decenni dalla morte, rimane uno degli scrittori ticinesi più noti, amati e letti del Novecento e non soltanto nella Svizzera italiana, come testimonia la fortuna delle traduzioni delle sue opere in varie lingue. I suoi due romanzi “Il fondo del sacco” e “Requiem per zia Domenica” sono considerati degli autentici best-seller svizzeri e da essi sono state tratte trasposizioni radiofoniche, televisive e teatrali; ripubblicati a più riprese, essi continuano ad essere oggetto di lettura e di studio nelle scuole. Il suo nome, così legato alla sua terra, è divenuto una sorta di marchio di qualità nella promozione della Valle Maggia e della Valle Bavona in particolare. In suo onore si organizzano concerti, passeggiate e concorsi letterari. In questo 2023, a cento anni dalla nascita, molti eventi hanno reso e renderanno omaggio ad un uomo e ad uno scrittore che tanto ha dato alla sua terra: conferenze, spettacoli, pubblicazioni, gite e concerti.

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