Giampiero Anelli
Millestorie

Le piccole grandi storie di Sanremo: “Vado via” - Drupi

Le canzoni che hanno fatto la storia del festival

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  • Loris Prandi
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Non sono solo Zucchero e Vasco Rossi ad essere arrivati ultimi al Festival per poi aver successo in seguito. Poco più di mezzo secolo fa, la rassegna canora sembrava aver già scritto la parola fine alla carriera di un ragazzo di Pavia che suonava e cantava già da anni senza che – come racconta lui stesso – succedesse nulla, cosicché per campare continuava a fare l’idraulico. A Sanremo era arrivato quasi per caso: gli autori Albertelli e Riccardi avevano scritto un pezzo da far portare in gara a Mia Martini; serviva qualcuno che lo incidesse per farlo sentire a Mimì e in mancanza d’altri lo affidarono a lui. Poco prima del Festival, però, lei, punta di diamante della Ricordi, diede forfait. Panico nella casa discografica finché qualcuno suggerì di far cantare il brano al ragazzo che ne aveva fatto la demo, tale Giampiero Anelli, in arte Drupi, come il diavoletto interpretato in una recita scolastica.

Alla giuria la voce un po’ roca e con sfumature soul di Drupi non piacque, o forse non piacque la canzone, intitolata “Vado via”, esclusa dalla finale, con l’interprete invitato a liberare la camera d’albergo già dopo l’esibizione del venerdì sera (nemmeno diffusa dalla RAI che si limitò a trasmettere l’ultima serata). Così Drupi il sabato tornò ad aggiustare tubi per guadagnarsi la pagnotta, mentre Peppino di Capri vinceva il Festival con “Un grande amore e niente più” e la sua “Vado via” cominciava una marcia trionfale che l’avrebbe portata a vendere nove milioni di copie (in Francia, ma anche in Inghilterra e negli Stati Uniti, dove arrivò tra le prime cento in classifica) e ad essere incisa in 36 versioni diverse. Insomma, Drupi andò via, ma forse sarebbe stato giusto ascoltarlo anche in finale.

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