Tags: nucleare, armamenti, trattato di non proliferazione, Corea, 2010A
È dalla fine della seconda Guerra mondiale che viviamo con la spada di Damocle nucleare sulle nostre speranze di un mondo senza armi e senza guerre. È dalla fine della Guerra fredda che ci illudiamo che un giorno non ci sarà più bisogno di testate nucleari dislocate ai quattro angoli del mondo. A scadenze regolari un accordo (come quello firmato recentemente a Praga tra Obama e Medvedev) fra i detentori dell’antico potere di distruzione globale torna ad alimentare speranze ed illusioni, ricordandoci però anche che “riduzione” non equivale ad azzeramento e che le armi nucleari nel mondo sono ancora migliaia.
Mentre divampa una nuova crisi tra le due Coree (con quella del Nord che potrebbe minacciare l’uso di armi di distruzione di massa) e a New York si conclude la Conferenza sul Trattato di non proliferazione nucleare, la Turchia (membro della Nato) fa da sponda all’Iran “osservato speciale” dell’Occidente per le sue ambizioni atomiche. In un mondo multipolare nel quale a possedere armi di distruzione di massa potrebbero essere anche gruppi terroristici è possibile un vero disarmo nucleare?
Ospiti: Andrea Nativi, analista esperto di questioni strategiche, direttore della Rivista Italiana di Difesa; Giancarlo Dillena, direttore del Corriere del Ticino. A cura di Nicola Colotti.
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