Partono per diversi motivi, ma il dato di fatto è che sono sempre di più i pensionati svizzeri e ticinesi che lasciano il nostro Paese per trasferirsi a vivere all’estero. Pensate che, secondo le statistiche dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS), nel 2006 coloro che, in età AVS, risiedevano all’estero erano 74'136. Nel 2016, quindi dieci anni dopo, il numero è aumentato: gli espatriati rossocrociati beneficiari dell’AVS erano oltre 107 mila per un totale di oltre 123 milioni di franchi di rendita vecchiaia. Nel 2015 i pensionati che hanno chiuso per sempre la loro casa ticinese sono stati 164: quindi si emigra anche dal Ticino. Le statistiche non riportano i pendolari “over 65” che trascorrono l’inverno all’estero, mentre in estate ritornano in patria ad assaporare un clima più caldo e gradevole. La tendenza ad emigrare verso altri lidi è cresciuta costantemente e continua a crescere, provocando un forte afflusso di rendite all’estero.
Al di là delle scelte personali di iniziare una nuova vita, di ritornare al Paese d’origine o di gustarsi il tepore di mete marittime, senza dubbio sulla decisione di espatriare incide sicuramente il fatto che il costo della vita all’estero è più basso grazie alla rendita pensionistica elvetica. Quindi ci si può permettere, sul piano economico e finanziario, quello che spesso da noi risulta proibitivo o difficilmente accessibile. Nella puntata odierna ci soffermiamo su questo fenomeno che porta i pensionati nostrani a scegliere, per sempre, delle destinazioni al di fuori dei nostri confini: ne discutiamo, valutando soprattutto l’impatto economico e sociale delle rendite AVS versate all’estero.
Ospiti:
Mauro Baranzini, economista
Anna Trisconi, capo dell’Ufficio delle prestazioni del DSS
Dario Righeschi, pensionato di Lugano espatriato in Polonia
Rolando Ferrarese, responsabile del Centro Socio Culturale Italiano di San Gallo del COMITES
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