Il tema del congedo parentale è più che mai d’attualità in una società sempre più sensibile ed attenta ad una buona conciliabilità fra lavoro e famiglia. I ruoli della madre e del padre e, più in generale, quello dei genitori sono in continua evoluzione così come, accanto al modello di famiglia tradizionale, si diffondono altre forme di famiglia: dalle famiglie monoparentali o ricostituite -che in Ticino rappresentano ben una famiglia su quattro- alle famiglie “arcobaleno”. In un ambito molto diversificato ed in costante movimento, quali modelli di congedi possono rispondere al meglio alle esigenze e all’organizzazione delle diverse forme di famiglia? Cosa si facendo concretamente in Ticino dopo che lo scorso anno è stato approvato dal Gran Consiglio un progetto di congedo parentale di due settimane, attualmente al vaglio di un gruppo di lavoro interdipartimentale che ne sta analizzando le possibili modalità di applicazione a livello giuridico? Delle iniziative simili sono state lanciate da partiti ed organizzazioni in altri cantoni, come Berna, Losanna, Ginevra o a Zurigo dove il prossimo 15 maggio i cittadini saranno chiamati a votare su un’iniziativa popolare, lanciata dal PS, che chiede un congedo parentale di 18 settimane per ognuno dei genitori a partire dalla nascita del bambino o dal giorno dell’adozione. Nel confronto con altri paesi europei, la Svizzera, con un congedo maternità pagato di 14 settimane e con il nuovo congedo paternità pagato di 2 settimane, risulta però essere in grande ritardo in questo ambito. Nel dibattito facciamo il punto alla situazione sulla strada che resta da percorrere per sostituire gli attuali congedi maternità e paternità con un unico congedo parentale da ripartirsi fra i due genitori.
Ne parliamo con:
Nora Jardini Croci-Torti, avvocata, comitato FAFTplus e co-direttrice Equi-lab
Maddalena Ermotti-Lepori, granconsigliera
Giorgio Galusero, granconsigliere
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