Cina, Tecnologia, Chip del computer, Bandiera, Computer
Millevoci

L’egemonia tecnologica cinese (3./3)

A cura di Michela Daghini

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  • 03.11.2022
  • 52 min
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Modernizzazione è la parola d’ordine, oltre a indipedenza tecnologica e leadership nell’economia digitale. È la promessa di Xi Jimping nell’ultimo Congresso del Partito Comunista Cinese. La ricetta per sostenere la crescita prevede più investimenti, anche pubblici, puntando all’hi-tech di alto livello. Di fronte ai cambiamenti epocali nel mondo, il digitale guida infatti un nuovo ciclo di trasformazioni industriali: un cambiamento notevole che offre opportunità strategiche e si rifletterà sugli equilibri internazionali. E poi c’è l’impegno a mantenere il controllo normativo sul settore tecnologico nazionale, con l’inasprimento nell’ultimo anno delle leggi per le società Internet e per la protezione dei dati. Un Paese che ha saputo costruire un vero e proprio modello di governance basato sulle nuove tecnologie. Una governance digitale che mantiene il controllo dei cittadini anche attraverso la sorveglianza e il contestato sistema dei crediti sociali, con l’assegnazione di punti che premiano i comportamenti virtuosi e penalizzano i non virtuosi precludendo l’accesso a determinati servizi come un prestito in banca o un viaggio - il social scoring, paragonato a una tecno-distopia in cui il Partito Comunista sfrutta i Big Data per il controllo. Un sistema già attivo anche in Europa, in Italia il Garante della Privacy ha avviato alcune istruttorie in relazione all’iniziativa di enti locali che offrono, nei servizi dell’amministrazione pubblica, un vero e proprio Smart Citizen Wallet, un credito sociale che consente l’accesso a vantaggi speciali. Ed è proprio attraverso questi aspetti che vorremmo leggere parte della complessità cinese, fra tradizione e modernità, internet e nuovi media.

Ne parliamo con:
Simone Pieranni
, una delle voci più autorevoli sulla Cina contemporanea, giornalista di Chora Media, autore di libri importanti come Red Mirror e La Cina nuova, e cofondatore a Pechino di China Files il sito che racconta l’Asia
Gianluigi Negro, Professore Associato di Lingua e cultura cinese all’Università di Siena, ha svolto attività di ricerca presso il China Media Observatory (Università della Svizzera Italiana). Ha da poco pubblicato Voci di Pechino. Come i media hanno costruito l'identità cinese, per Luiss
Gabriele Balbi, esperto di new media, professore in media studies all’Università della Svizzera italiana e direttore dell'Osservatorio sui media e le comunicazioni in Cina. Tra i suoi libri Media Digitali. La storia, i contesti sociali, le narrazioni, e il recente L’ultima ideologia. Breve storia della rivoluzione digitale

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