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Millevoci

L’era atomica, dalle bombe nucleari alla fusione come in una stella

Di Nicola Colotti

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  • 19.09.2023
  • 47 min
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Non è soltanto il mito - evocato all’inizio del film “Oppenheimer” – di Prometeo che ruba il fuoco agli Dei per darlo al genere umano, a farci riflettere. È anche quella sorta di superamento di un limite, all’apparenza invalicabile, che coincide con la scoperta dell’atomo e della possibilità di “romperlo” sviluppando una quantità enorme di energia. L’entrata nell’era della fissione atomica porta alla creazione di ordigni nucleari sempre più potenti, alla minaccia di usarli e alle conseguenze tuttora incalcolabili dei test nucleari a partire dagli anni 50 del secolo scorso. Ma porterà anche alla scoperta dell’atomo come fonte di energia per uso civile. L’altro grande limite, che si sarebbe voluto invalicabile (almeno nel suo impiego militare) è quello della fusione. Da un lato le bombe termonucleari, le bombe a idrogeno, dall’altro la fusione nucleare come fonte inesauribile di energia. Prometeo perennemente in bilico tra l’energia “infinita” del Sole e quella distruttiva del fuoco nucleare. Oggi, ai timori per le minacce di utilizzare ordigni nucleari “tattici” nella guerra in Ucraina si aggiungono quelli di un incidente nella Centrale nucleare di Zaporizhzhia, le cui conseguenze sarebbero catastrofiche. Le scoperte dei fisici teorici del Ventesimo secolo ci fanno però immaginare nuove vie da percorrere, che potrebbero portarci abbastanza presto – senza sfidare gli Dei dell’Olimpo – a una fonte quasi inesauribile di energia: quella della fusione atomica. 

Ne parliamo con:
Ambrogio Fasoli, professore ordinario al Politecnico federale di Losanna (EPFL). Direttore dello Swiss Plasma Center, presidente del Consorzio europeo EUROfusion, organizzazione mantello per lo sviluppo della fusione nucleare in Europa
Francesco Guerra, Professore emerito di Fisica Teorica al Dipartimento di Fisica dell’Università di Roma “La Sapienza”, esperto di storia della fisica nucleare
Adele La Rana, storica della fisica e ricercatrice all’Università di Macerata.

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