È un “classico” dei rumori che per qualcuno sono definiti molesti: in Svizzera i suoni delle campane, a scadenze regolari, suscitano dibattito e discussione e, di tanto in tanto, arrivano fino al Tribunale federale, la più alta istanza giuridica elvetica.
C’è chi reclama perché non può dormire sonni tranquilli; c’è chi è infastidito per un suono troppo forte e acuto che ogni trenta minuti gli ricorda che ora è; e c’è chi ritiene che bisognerebbe “spegnere” i campanili di notte ed evitare, di giorno, i rintocchi a scopi non liturgici.
Dall’altra parte, invece, si schierano coloro che considerano le campane, oltre che un antico e legittimo richiamo per i fedeli alle funzioni religiose, un simbolo, un’usanza e una tradizione. E questi aspetti vanno mantenuti, difesi e salvaguardati, al di là dei decibel e del fastidio che i rintocchi possono provocare.
Ma chi decide se un campanile va “zittito” in caso di contestazioni e di lamentele? Le parrocchie, i Comuni, i Cantoni o delle istanze giuridiche? Di solito, per risolvere il problema, è sufficiente abbassare il volume del suono o si deve rinunciare alla scampanio durante le notti? Quale interesse generale deve prevalere: l’usanza che appartiene alle nostre tradizioni e alla nostra cultura o il benessere acustico di chi non vuole sentire quello che considera un rumore fastidioso?
Sulle campane delle chiese svizzere che scandiscono il tempo, richiamando la gente alla preghiera e in chiesa, ma che nel contempo, irritano e disturbano una parte di abitanti che risiedono in prossimità dei campanili, ci soffermiamo nella puntata di Millevoci: ne parliamo con Bruno Cocchi, Roberto Tettamanti, Luca Montagner e Guido Vanoni.
I suoni delle campane: rumori molesti o musica piacevolissima per le orecchie?
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