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Cosa hanno in comune l’uccisione di Osama Bin Laden da parte dei militari americani, l’uscita di un documentario sulla morte di Lady Diana in un incidente d’auto a Parigi, gli attentati dell’11 settembre 2001 attribuiti al terrorismo islamista, la conquista americana della Luna e altri fatti di cronaca ormai storici? All’apparenza nulla, eccetto il fatto che molti non ci credono o non credono alle ricostruzioni ufficiali, soprattutto quelle di fonte governativa. C’è puzza di imbroglio. Un odore che si espande attraverso Internet come una nube che avvolge verità, verosimiglianza e attendibilità delle fonti d’informazione in un gioco al massacro in cui tutto diventa relativo, nulla è esente da sospetto e molto rimane confuso. Nell’era dell’informazione globale in cui le notizie si susseguono in pochi secondi e tutte le teorie “complottiste” (anche le più strampalate) acquistano credibilità per il solo fatto di circolare in Rete, diventa difficile trovare un’obiettività dei fatti condivisa. La quale implica, tra altre cose, il distacco dalle “verità” contrapposte che si annullano a vicenda lasciandoci senza più certezze.

Con Angelo Agostini, massmediologo, docente di giornalismo alla IULM di Milano e all’USI di Lugano; Paolo Attivissimo, giornalista informatico e Marcello Foa, editorialista, docente di giornalismo e co-fondatore dell’Osservatorio europeo di giornalismo di Lugano.