Cosa hanno scoperto e come?
“La Svizzera romanda terreno di Nobel” titolava il quotidiano Le Temps lo scorso mercoledì 9 ottobre all’indomani della comunicazione da parte dell’Accademia delle scienze svedese che il premio Nobel per la fisica 2019 è stato attribuito in condivisione alla coppia di astronomi ginevrini Michel Mayor e Didier Queloz per la loro scoperta del primo pianeta extrasolare e al cosmologo canadese-americano James Peebles per le sue scoperte teoriche in cosmologia fisica.
Al di là della legittima soddisfazione per un Nobel svizzero a soli due anni da quello per la chimica a Jacques Dubochet a gioire è tutta la comunità scientifica legata alle scienze astronomiche.
Non capita infatti spesso che il Nobel per la fisica venga attribuito lo stesso anno a ricercatori in ambiti così diversi come quello astronomico relativo allo studio sugli esopianeti di Mayor e Queloz e quello cosmologico relativo alla fisica dei primordi dell’Universo teorizzata da James Peebles.
Il premio Nobel per la fisica a Mayor, Queloz e Peebles si presta dunque come occasione per qualche spiegazione sulle scoperte di questi scienziati, sulla loro utilità per il progresso scientifico e umano e sulle ricadute anche concrete di cui potrà beneficiare l’umanità intera.
Ospiti:
Nicolas Cretton, astrofisico, docente al Liceo di Lugano-Savosa, membro del Comitato di divulgazione di ESO (Osservatorio europeo del Sud)
Roberto Trotta, professore di Cosmologia all’Imperial College di Londra, direttore del Center for Languages, Culture and Communication
Francesco Pepe, professor di Astrofisica al Dipartimento di Astronomia dell’Università di Ginevra
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