È un problema sempre più frequente: il tifo dei genitori. Lo sa anche la Federazione Ticinese Calcio che dallo scorso mese di marzo, fuori dai campi del Ticino, ha appeso un cartello che chiude con l’invito indirizzato al genitore, “Guarda la partita e lasciami giocare papà perché io non desidero nient’altro che giocare”.
Quello di proiettare sui figli i propri desideri, le frustrazioni, i sogni e le ambizioni non soddisfatte è un fenomeno sociale diffuso e non nuovo. Troppi genitori vogliono e immaginano i propri figli dei fenomeni in nome di una rivincita sociale, mentre si dimenticano i valori originali dello sport, proprio quegli stessi principi che avevano portato il fondatore dei Giochi Olimpici, Pierre De Coubertin a sostenere che, “la cosa importante non è la vittoria ma la certezza di essersi battuti bene”.
Ospiti:
Giona Morinini, psicologo esperto in psicologia dello sport
Flavio Rossi, docente di didattica dell'educazione fisica al DFA-SUPSI
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