Ryan Gosling in una scena del film Blade Runner 2049
Millevoci

Quando la fantascienza immagina un futuro che potrebbe arrivare

Di Nicola Colotti

  • 21.03.2023
  • 41 min
  • © 2017 Warner Bros.
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La realtà, si dice, supera talvolta la finzione e l’immaginazione. Eppure, ci sono finzioni che immaginano la realtà in modo “alternativo”, al punto da prefigurare scenari che si sono in parte realizzati o che potrebbero realizzarsi in futuro ravvicinato. Stiamo parlando di fantascienza, e non solo di quella che immagina mondi e civiltà nel futuro (o nel passato) che non esistono se non nella mente degli autori. Stiamo parlando, in particolare, delle cosiddette “distopie”: termine in voga, che però risulta spesso sfuggente e scivoloso. Il Dizionario Treccani precisa che si tratta di previsioni, descrizioni o rappresentazioni di uno stato di cose futuro, con cui, contrariamente alle utopie e per lo più in aperta polemica con tendenze avvertite nel presente, si prefigurano situazioni, sviluppi, assetti politico-sociali e tecnologici altamente negativi. Che la fantascienza possa prevedere scenari tecnologici e umani che poi si realizzano nel futuro, lo diceva già il grande scrittore Isaac Asimov. Tra gli autori che più hanno contribuito alla corrente della fantascienza distopica c’è sicuramente Philip Dick (scomparso già nel 1982) dopo aver scritto romanzi e racconti che hanno ispirato film come Blade Runner, Minority Report, Atto di Forza. E proprio un film come Minority Report (del 2002) riproposto una settimana fa dalla RSI LA1 ci offre l’occasione per qualche riflessione sulla fantascienza, le distopie che porta talvolta con se e sulla realtà del presente che ancora non ha superato l’immaginazione, ma poco ci manca.

Ne parliamo con:
Enzo Verrengia
, scrittore, traduttore, critico letterario, esperto di letteratura thriller e fantascienza
Alessandro Bertoglio, giornalista del centro di competenza cinema della RSI

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