Il razzismo strutturale è una realtà in Svizzera, è considerato un fenomeno “normale” dalla popolazione ed è un tema ancora poco approfondito, soprattutto sono poche le ricerche che mettono a fuoco gli stereotipi e le pratiche che lo determinano. Un recente studio svolto dal Forum svizzero per lo studio delle migrazioni e della popolazione dell’università di Neuchâtel su incarico del Servizio per la lotta al razzismo (SLR) della Confederazione scatta una fotografia delle discriminazioni istituzionali e sistemiche presenti in diversi ambiti della vita, dalla ricerca di un alloggio o di un lavoro alle relazioni con le autorità amministrative o giudiziarie.
Una sintesi di questo studio è stata pubblicata proprio in questi giorni, quando in Svizzera iniziano le attività di sensibilizzazione della Settimana contro il razzismo 2023, e alla vigilia della Giornata internazionale per eliminazione della discriminazione razziale che cade il 21 marzo. Una ricorrenza che per Millevoci è un’occasione per fare il punto sulla prevenzione della discriminazione razziale, sul sostegno alle persone che la vivono e anche per guardare con spirito critico quelle posture individuali e collettive che alimentano il razzismo strutturale.
Ne parliamo con:
Gianni D’Amato, direttore del Forum svizzero per lo studio delle migrazioni e della popolazione dell’Università di Neuchâtel, co autore dello studio “Razzismo strutturale in Svizzera: studio delle basi teoriche e concettuali e sui fondamenti empirici”
Michela Trisconi, delegata per l’integrazione degli stranieri del Canton Ticino
Mariaelena Biliato, responsabile del Centro per la prevenzione delle discriminazioni
Sotö Raffaella Viviani, socia fondatrice dell’associazione DIAMA
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